In attesa del nuovo lavoro dei Se Delan, progetto che vede il leader Justin Greaves affiancato da Belinda Kordic, il collettivo che fa capo all’ex Electric Wizard e Iron Monkey sfoggia un altro lavoro ricco di significato e contenuti difficilmente classificabili. In passato infatti opere come ‘I, Vigilante’, ‘Night Raider’ e ‘Bronze’ sono state associate a generi quali prog, post rock, stoner e doom senza, a mio modesto parere, mai coglierne totalmente il vero messaggio. Incurante di qualunque tipo di catalogazione e scevro da compromessi il polistrumentista si è superato ancora una volta, sfruttando al meglio il contributo di Daniel Änghede e Mark Furnevall e spingendo i in avanti i propri confini musicali. Il superbo mixaggio di Karl Daniel Lidén esalta ogni singolo strumento registrato ai Chapel Studio nel Lincolnshire e, rispetto ad altri dischi, la cura delle parti vocali è maniacale. Ciò non inficia il feeling live di ‘Great Escape’ che ha nella capacità di trasportare l’ascoltatore in un’altra dimensione spazio-temporale il suo pregio maggiore. Di fronte a pezzi meravigliosi come ‘To You I Give’, nove minuti che non annoiano mai, ‘Rain Black, Reign Heavy’ e ‘Great Escape’, suite di venti minuti suddivisa in due movimenti, viene sul serio da chiedersi perché i Crippled Black Phoenix non siano in cima alle classifiche. Misteri della fede.