L’eccellente riscontro ottenuto dal precedente ‘Red In Tooth And Claw’, primo full lenght dopo sette anni, ha convinto i norvegesi a tornare presto in studio di registrazione e dare alle stampe, tramite la Dark Essence Records di Alfahanne e Aeternus, un’altra manciata di canzoni devote al migliore progressive metal di origine nordica. La caratura del songwriting e la peculiarità delle atmosfere che hanno sempre caratterizzato la proposta di Agnete e BP M. Kirkevaag sono tuttora presenti, i riff passano dal groove metal al pre-djent e la produzione si è fatta ancora meno etichettabile. L’apertura spetta ad un sinistro arpeggio che si traduce in un giro di basso molto slabbrato e nel cantato evocativo e solenne di una delle voci più sottovalutate dell’intero panorama metal (‘Liberator’). ‘Moonlight Over Silver White’ e ‘My Will Be Done’ si distinguono come le gemme oscure di una prima parte di album gotico che cresce alla distanza. Ciò che accade invece da ‘Far From Home’ a ‘White Snow, Red Shadows’ è chiamato a rendere l’ascolto più vario con elementi presi in prestito dal brit rock, dal crossover e addirittura dal black (‘Marrow’). Una band unica che, fin dalla copertina, non dà il minimo punto di riferimento, quell’appiglio che le nuove generazioni sono abituate a ricevere dai media e che negli anni ‘70 era considerato un abominio perché impediva ai musicisti di intingere di sorpresa la loro arte.