L’etichetta discografica di Ralf Schnoor da sempre propone il meglio dell’underground power metal (Heavens Gate, Ancient Bards, Burning Black..) ma The Dragonslayer Project, da sette anni circa conosciuto come Dragony, è qualcosa di totalmente diverso e merita un approfondimento particolare. Se i primi due lavori in studio (‘Legends’ e ‘Shadowplay’) sono serviti agli austriaci per diffondere il più possibile il loro “glory metal” e accumulare esperienza di spalla a icone quali Primal Fear e Blind Guardian, ‘Masters Of The Multiverse’ li vede sfidare gli stilemi del genere e ironizzare su uno dei feticci della nostra infanzia ovvero He-Man & The Masters Of The Universe. Al di là della nostalgia per i combattimenti con Skeletor e Hordak, ed in generale per lo scenario ben trattato da ‘Eternia Eternal’, l’album vede la partecipazione di grandi ospiti e può vantare una produzione moderna in grado di bilanciare i riff quadrati di ‘If It Bleeds We Can Kill It’ o ‘Grey Wardens’ con i momenti più lenti e melodici. Ottimo lavoro dunque per Frank Pitters ai Silverline Music Studios e notevole il contributo di Ross Thompson dei Van Canto e Tommy Johansson dei Sabaton. In chiusura la cover di ‘The Touch’ di Stan Bush.