Se amate i vecchi Metal Church, quelli più thrash e aggressivi, forse questo disco catturerà meno la vostra attenzione. Se invece preferite il loro lato più U.S. power e avete ben digerito anche i precedenti ‘Generation Nothing’ e ‘XI’, allora non indugiate oltre e fate vostra la loro dodicesima fatica in studio. Sulla classe, l’esperienza ed il mestiere di personaggi come Mike Howe e Kurdt Vanderhoof c’è poco da dire e ‘Damned If You Do’ è l’occasione per misurare la bravura dell’ex W.A.S.P. Stet Howland, che ha rimpiazzato Jeff Plate dietro le pelli. La title track e ‘By The Numbers’, scelti come video per anticipare la release, rappresentano bene il sound del disco anche se ‘The Black Things’ e ‘Guillotine’ sono forse i passaggi chiave. Nella seconda parte il songwriting cala leggermente di qualità, prima della conclusiva ‘The War Electric’ che cita gli Overkill, ma nel complesso la scaletta è compatta, il guitar work di livello assoluto e anche i refrain melodici niente male. Sono felice che Nuclear Blast supporti con grande forza i Metal Church perché parliamo di una band che ha sempre offerto metal di spessore e non ha ottenuto il riscontro economico che avrebbe meritato, pur ricevendo consensi importanti da parte della critica. La copertina poi, soprattutto a noi italiani, ispira quel sano spirito anti-clericale che tante brutte notizie non hanno fatto altro che alimentare.