Il chitarrista e compositore norvegese che ricordiamo nei Darkest Sins sforna il secondo capitolo della sua ambiziosa metal opera, potendo contare su un cast invidiabile e maggiore consapevolezza nei propri mezzi. In effetti, se un progetto di questa portata fosse uscito a metà anni ‘90 probabilmente sarebbe stato pubblicizzato in pompa magna. Oltre a riprendere la saga della prima parte, ‘Legend Of Valley Doom Pt. 2’ si lega in maniera evidente a ‘The Chronicles Of Eunomia’, altro album a cui ha lavorato Marius Danielsen assieme al fratello Peter. Oltre ai confermati Tim “Ripper” Owens (Judas Priest) e Mark Boals (Yngwie Malmsteen), al microfono si alternano cantanti di fama mondiale come Michael Kiske (Helloween), Michele Luppi (Vision Divine, Whitesnake), Olaf Hayer (Luca Turilli) e l’ex Iron Maiden Blaze Bailey. Per supportare un impianto vocale così grande a livello compositivo c’è stato un lavoro armonico notevole e le cangianti ‘Gates Of Eunomia’ e ‘Princess Lariana’s Forest’ sono due ottimi esempi di come si sia evoluto il songwriting del leader. Allo stesso tempo il nutrito numero di chitarristi – tra cui spiccano Jennifer Batten (Michael Jackson), Timo Somers (Delain), Jens Ludwig (Edguy), Tom Naumann (Primal Fear), Matias Kupiainen (Stratovarius) e l’ex Kiss Bruce Kulick – lo ha costretto ad inserire una valanga di assoli nelle tracce rendendole un po' troppo corpose. Pregi e difetti di un progetto del genere che raggiunge l’apice in corrispondenza di ‘Under The Silver Moon’ e ‘Temple Of The Ancient God’, anche i pezzi più trasportabili dal vivo. Da segnalare anche le prove di Barend Courbois (Blind Guardian), Magnus Rosén (ex Hammerfall) e Jari Kainulainen (Masterplan, ex Stratovarius) al basso e Stian Kristoffersen (Pagan’s Mind).