Quando sono venuto a conoscenza del fatto che Sólveig Matthildur delle Kaelan Mikla avrebbe partecipato al nuovo lavoro in studio dell’artista elettronica francese, mi ero già immaginato che da tale collaborazione sarebbe potuto nascere qualcosa di estremamente interessante ma ‘Unknown’ è molto di più. In quella traccia c’è un po' tutto quello che l’elettronica alternativa di oggi – un bizzarro ibrido tra ebm, ambient, darkwave e industrial – rappresenta in termini di evoluzione e peso specifico sul mercato. Di sicuro il progetto di Hélène de Thoury ha saputo imporsi in maniera rapida e inesorabile, grazie a performance dal vivo sempre più accattivanti ed un gusto unico nell’appropriarsi di elementi classici e saperli fondere con le invettive provenienti dalla realtà emergenti del settore, mettendo in grave difficoltà la concorrenza. ‘Fierce’ è ancora un disco underground sebbene Metropolis Records possa vantare nel proprio catalogo formazioni di successo quali In Strict Confidence, Front Line Assembly e VNV Nation. Allo stesso tempo però è il disco più vario, completo e diretto di Hante. Un disco che segna progressi enormi a livello di produzione e si poggia su collaborazioni eccellenti come quelle con Marble Slave & Fragrance (‘Nobody Watching’), Ætervader (‘No Tenderness’) e Box von Düe (‘The Moon Song’). Un disco critico dal punto di vista politico e sociale, ricco di atmosfere horror-tecnologiche (per intenderci la base delle puntate di Black Mirror) e sintetico quanto basta per attrarre gli appassionati degli anni ottanta e della strumentazione analogica. Non a caso trattasi di Synth Religion e ‘Wild Animal’ può essere considerato il punto di arrivo di un percorso iniziato con ‘This Fog That Never Ends’ e proseguito con il successivo ‘Between Hope & Danger’. Se tali release avevano diffuso il nome di Hante. nel circuito, ‘Fierce’ è destinato a scrivere una pagina importante di storia e sarà curioso vedere come classifiche, media e addetti ai lavori reagiranno al cospetto di tanta rabbia. Se fosse nato a Berlino sarebbe già sulla bocca di tutti ma la genesi in una scena meno conosciuta non è un difetto, al contrario finirà per sottolinearne la trasversalità e verrà allontanato dai commenti dispregiativi che accompagnano buona parte delle uscite della scuola tedesca. Luci sbiadite ma pronte a folgorare, rossetto color fuoco e occhi che non si possono dimenticare.