A due anni dall’esordio discografico i marsigliesi sfornano un secondo lavoro in studio che punta forte sull’immagine da bello e dannato di Florent Selfati - “This isn’t what we want, will you wait to see me fall? If the heartless bleed, I guess that love is a fantasy..” - e su una copertina di grande effetto. Nel complesso l’album non si discosta molto dalle sonorità di ‘Blistering’, singolo che ha anticipato la release e che spicca in scaletta assieme a ‘Scars’ e ‘Reckoning’. Nella prima si ripete la collaborazione con i Novelists ma in questo caso al posto di Matteo Gelsomino (‘Winter’) troviamo Florestan Durand. Nella seconda è invece il turno di Aaron Matts dei Betraying The Martyrs per un pezzo che non fa nulla per nascondere le influenze di Architects e While She Sleeps. Rispetto a ‘Hollow’ le novità sostanziali coincidono con arrangiamenti vocali leggermente più elaborati e una produzione migliore dovuta al supporto di Arising Empire ed all’esperienza accumulata in questi due anni. Una discreta fluidità – l’unica traccia che si discosta dal resto è ‘Alive’ che vede la partecipazione di Camille Contreras dei Bliss Sigh - non è ancora accompagnata da un songwriting in grado di fare la differenza col mercato americano, sebbene il potenziale della band stia crescendo in maniera evidente.