Se c’è una cosa che amo dei tedeschi è la loro totale indipendenza artistica. Pur avendo ottenuto un discreto successo, essere riusciti a suonare più volte negli Stati Uniti e potere vantare altri quattro full lenght alle spalle, non hanno mai mutato il loro approccio alle materie post metal e crust-black. Un approccio al limite del do it yourself, decisamente underground sebbene supportato da un’etichetta importante come Metal Blade, che non ha subito riflessi incondizionati dei vari cambi di line-up. Il chitarrista e cantante Dominik Goncalves dos Reis è ormai il principale songwriter e la formazione di ‘Atrophy’ dimostra di essersi consolidata e le sei tracce sono caratterizzate da atmosfere funebri e cinematiche che valgono da sole i soldi spesi per l’acquisto (‘Of Withering and Violent Leaves’). Strepitosa la prova di Michael Kadnar, che ha il solo difetto di vivere a New York e rendere complicate le prove con gli altri membri, e ottime le liriche che non sono legate tra esse da un concept oscuro ma risultano ugualmente urgenti. I blast beat di ‘The Grotesque Illusion Of Being’ e le progressioni furiose di ‘As Our Bones Break To The Dance’ tracciano un filo conduttore tra gli esordi ed oggi, tra la passione per i Cult Of Luna e il desiderio di guardare avanti e imporre il proprio stile. Jan Oberg (The Ocean) e Kevin Antreassian (The Dillinger Escape Plan) hanno supervisionato le sessioni di registrazione e nella lista dei crediti troviamo il vecchio drummer Johannes Stoltenburg, Nikita Kamprad dei Der Weg Einer Freiheit e Mers Sumida dei Black Table.