Un esordio discografico superbo per questo nuovo trio californiano che vede tra le sue fila il cantante e chitarrista Caleb Bingham, silurato dai Five Finger Death Punch appena prima di dare alle stampe ‘The Way Of The Fist’ ed iniziare la propria avventura nel music business, il bassista Brandon Miller e l’esperto drummer Jason West, che ricordiamo con Murderdolls e Wednesday 13. Un sinistro arpeggio di chitarra alla Annihilator apre un album che ha il pregio di evocare il meglio dell’heavy metal alla fine degli anni ‘80, alternando ad una formula compositiva piuttosto classica spunti moderni in termini di arrangiamento e produzione. Il leader ha curato nei dettagli questo progetto, a partire da un concept oscuro, un artwork altrettanto cupo e pieno di pentacoli e sonorità che vanno dal thrash evoluto al black passando per l’alternative metal senza mai risultare forzate. Nonostante la formazione sia attiva da poco tempo la scaletta sorprende per solidità e non vi imbatterete in alcun filler. ‘Spoils Of War’ e la title track mostrato un cantato sicuro e grandi parti soliste di chitarra sebbene Chris Collier, in passato attivo con Lynch Mob e Prong, abbia bilanciato alla perfezione tutti gli strumenti. Gli Athanasia si presentano con versi come “Violence is not an act, it’s a fucking way of life..’ e possono vantare un profilo tecnico superiore alla media oltre all’esperienza sufficiente per alternare soluzioni estreme e melodie da grandi arene, stacchi melodic death e parti di batteria veloci (‘Mechanized Assault’) con giri armonici perversi e refrain facili da memorizzare (‘Nightmare Sound’ è tagliata in due da uno spettacolare assolo di chitarra e il chorus potrebbe appartenere addirittura ai Death SS). Le citazioni ci sono – un feeling alla Nevermore ammorba l’intero ascolto e non mancano reminiscenze di Megadeth e Dark Tranquillity – ma non risultano mai fuori luogo e la sensazione è che su queste basi si possa costruire una carriera di successo. La tirata ‘Cyclops Lord’ e ‘The Bohemian’, sorretta da un riff devastante ed un basso potente, sono tra gli apici della release che si chiude con la power ballad ‘White Horse’, per la quale la band ha girato un video a temperature improbe. Dopo avere immesso sul mercato l’ottimo ‘Phoenix’ dei tedeschi Enemy Inside, Rock Of Angels Records punta forte su ‘The Order Of The Silver Compass’, un album che ha tutto per avvicinare le vecchie generazioni alle nuove, farsi apprezzare dai metallari meno giovani ma anche stimolare interesse nelle fasce di pubblico più acerbe e deluse dall’involuzione del metalcore.