Nel bene o nel male, ‘Evocation II: Pantheon’ non ha risolto i problemi seguiti all’uscita dei tre membri che hanno dato vita ai Cellar Darling ed al contrario ha reso ancora più lunga un’inevitabile agonia. L’unico merito di quella release è stato prendere tempo per capire bene in quale direzione muoversi in futuro e dare modo alla nuova line-up di stabilizzarsi e concentrarsi sulle performance dal vivo. Per non sbagliare di nuovo Chrigel Glanzmann ha pensato bene di affidarsi ad un guru come Jens Bogren e mettere le sue abilità nel missaggio a disposizione di un manciata di canzoni che uniscono la strumentazione standard ad un quartetto d’archi, cornamuse, ghironda, flauti e arpa celtica. Le atmosfere sono quanto mai dark, il guitar work ricorda molto quello di ‘Slania’ e non può essere certamente un caso considerato che di recente gli svizzeri hanno celebrato il decennale del loro primo album per la label tedesca. Il viaggio degli Eluveitie nella mitologia e nella spiritualità pagana resta affascinante ma la proclamata “rinascita” è accompagnata da una sensazione di già sentito e la prova vocale di Fabienne Erni è piuttosto ordinaria.