Essendo un disco perpetuo, ‘Alone’ è pensato per essere ascoltato secondo una linea di continuità tra i vari capitoli ed infatti, appena ho ricevuto la copia del secondo volume, ho rimesso il primo nel lettore cd e mi sono immerso di nuovo nelle sue atmosfere liquide. Ne ho riapprezzato il disegno concettuale, i rumori figli di alte sperimentazioni, l’evoluzione del suono e la concretezza, almeno pari alla grandezza della visione. Quando poi l’incredibile suite ‘Aditus’ ha rotto il silenzio della mia stanza, è stato veramente come discendere negli abissi e la sorpresa è stata tanta. Sapete, di musicisti ne ho conosciuti parecchi in carriera e pochi di essi, anche coloro che possiedono un approccio più decadente e oscuro, amano avere a che fare con gli abissi. Questo perché gli abissi sono lontani dalla realtà, dalle luci dell’apparenza e dalla commercialità del consueto. Questo perché dentro di loro, appunto artisti e creativi, c’è sempre uno spunto di orgoglio, un vezzo di vanità, il desiderio di mettersi in mostra. Cosa che l’abisso non permette. La scelta di intitolare le canzoni in latino sottolinea la totale atemporalità di una musica che è leggiadra e pesantissima, dinamica e potente come non mai. Sono consapevole delle qualità di Gianni Maroccolo come produttore e il primo volume mi aveva estasiato eppure in questo magnifico album c’è addirittura qualcosa di più. Superarsi era difficile ed eviterei comunque di mettere a confronto i diversi episodi, proprio per la scelta di porli in serie le classifiche non hanno alcun senso, ma è doveroso fare degli accenni, aiutare chi si avvicina ad un’opera così ambiziosa. Mettete da parte tutto quello che sapete e pensate della cultura musicale italiana. Liberate la mente, liberatevi da qualunque pregiudizio e lasciatevi trascinare da un’opra solenne e da una moltitudine di performance da brividi. Le collaborazioni più significative sono quelle con Marina Rei, Beppe Brotto e Alessandra Celletti, che suona il piano in ‘Submersio’, ma come si fa a restare indifferenti al cospetto della cover di ‘The Abyss’ di Chelsea Wolfe con Angela Baraldi al microfono. Da ‘Sonata A Kreuzberg’, il live teatrale con Massimo Zamboni e Cristiano Roversi, al secondo volume di ‘Alone’ il percorso è stato più breve di quanto si possa immaginare ed il talento di questa straordinaria interprete non ha eguali nel nostro panorama. Un senso di circolarità che si ritrova in tutto il lavoro. Un’altra cantante che merita da anni tutto il nostro supporto è Francesca Bono, anima vocale degli Ofeliadorme, e autrice di una prova superba sotto lo sguardo attento di Howie B (Tricky, Björk, U2 ma pure Marlene Kuntz e Casino Royale). ‘Aetatis’ riporta indietro nel tempo, a quando il downtempo ed il trip hop dominavano il mercato. Andrea Cavalieri degli Yo Yo Mundi appare in ‘Cursus’ mentre i Life In The Woods lasciano la loro impronta in ‘Naufragium’. Di loro sentirete parlare molto nei prossimi mesi. Stupendo il packaging di Contempo, con l’artwork di Marco Cazzato e le storie di Mirco Salvadori (“Trattieni il respiro, Deepesh, trattienilo all'infinito, ce la farai, in fin dei conti hai una lunga frequentazione con la morte”). Il giro di basso e batteria della conclusiva ‘Exitus’ scuote dentro, viscere e spirito, aprendo ad un ulteriore cambio di rotta, all’improbabile tentativo di non finire alla deriva. Il riferimento storico è al disastro del F174, nel Natale del ‘96, a Portopalo di Capo Passero. In tale occasione persero la vita trecento migranti provenienti dall’India, dal Pakistan e dallo Sri Lanka e, considerati i fatti quotidiani, la lungimiranza e l’attenzione ai dettagli di Maroccolo lasciano atterriti. Siamo arretrati e volgari. E non ce ne vergogniamo mai abbastanza. Forse solo la musica può salvarci e, fidatevi, non ascolterete niente di meglio quest’anno.