Più aggressivi che mai, i transalpini immettono sul mercato altre sette tracce che li vedono spingersi ancora più nel profondo dell’universo lovecraftiano. Secondo il cosmicismo, l’uomo come nient’altro che una presenza irrilevante, insignificante nei confronti dell’universo, che può essere cancellata da un momento all’altro. L’ignoto tormenta l’essere umano e assume le fattezze di mostruosità spaventose. Ciò si traduce, come sempre, in un occult black metal molto elaborato e caotico; le atmosfere sono curate nei dettagli, a partire dall’avvincente dipinto di Jeff Grimal in copertina, e le liriche descrivono alla perfezione il viaggio, oltre i confini terreni, suggerito nelle sue opere da H.P. Lovecraft. Rispetto a ‘EOD: A Tale Of Dark Legacy’, la novità sostanziale è data da una produzione molto più grezza e organica, alcuni pezzi sono semplicemente brutali (‘The Omniscient’ e ‘Of Dementia’) mentre altri denotano influenze progressive sempre più accentuate (‘Lost Carcosa’ e ‘A Thousand Young’, che cita gli Opeth di ‘Morningrise’ ma anche i fenomenali Sulphur Aeon). L’apice è dato però da ‘Dreams Of The Nuclear Chaos’, riff serrato, voci spettrali e blast beat da brividi, che mostra il songwriting di Benjamin Guerry al massimo della sua potenzialità e sfida sul territorio di battaglia preferito i Blut Aus Nord.