Quando arriva un promo in redazione spesso è accompagnato dalla cosiddetta biosheet, un foglio o due di presentazione della release con qualche nozione biografica sull’artista o addirittura dei commenti sulle canzoni. Vi assicuro che in tanti anni che faccio questo lavoro ho visto centinaia di biosheet insignificanti, superficiali e vuote di contenuti. La biosheet di ‘Shameful Tomboy’ è pervenuta in un semplice foglio A4 scritto in Times New Roman con qualche parola in grassetto ma niente più. Niente proclami, niente fotografie o immagini accattivanti. Piuttosto si leggono concetti importanti, che nel 2020 dovrebbero essere scontati o alla portata di tutti ed invece non lo sono affato. “Nel mirino ci sono i veleni dell’intolleranza, c’è il senso di colpa filo-cattolico indotto da regole ingannevoli..” ma questo secondo lavoro di Francesca Morello colpisce anche per i suoni, per rimanere nel nostro Paese tra Violetta Beauregarde e Giungla. ‘Lucifer’ fa riflettere su chi sia il vero nemico tra le persone che ci circondano, ‘Queer Riot’ è l’emblema di una filosofia di vita, di un senso di libertà non solo sessuale che in molti rivendicano ed in pochi sperimentano sul serio, e ‘Raised To Kill’ il perfetto terzo pezzo di un perfetto disco punk. Perché ‘Shameful Tomboy è sadcore, folk e doom rock ma soprattutto è punk nell’anima.