Ciao Francesca, come stai?
Ultimamente ho un po’ di problemi alla schiena, ma mi sto rimettendo in forma per il tour.
La produzione di ‘Deep Dark Blue’ ha davvero un profilo internazionale. Cosa volevi ottenere stavolta?
Volevo che il nuovo disco fosse una continuazione dell’approccio che avevo utilizzato con ‘Everything Burns’, ma allo stesso tempo che suonasse diverso. Non troppo dark. Anche gioioso. Soprattutto volevo che il disco fosse ambientato. Più precisamente che sembrasse che fosse stato registrato sotto acqua. Tutto è nato da un viaggio a Stromboli, in un periodo complicato della mia vita. Un giorno ho fatto un tuffo in mare e ho sentito qualcosa che mi attirava come non era mai successo prima. Sono rimasta ipnotizzata dalla profondità di quel mare. É stato un bagno di rigenerazione. Un po’ come isolarmi dal dolore provato per la malattia di mia moglie. Il blu è un colore che può essere associato alla tristezza, ma anche alla rilassatezza e all’equilibrio.
A livello di strumentazione cosa hai usato?
Una volta decisa la linea, fortemente blu dopo il rosso di ‘Everything Burns’, ho curato la pre-produzione a casa con software e un po’ di roba analogica. Poi sono entrata in studio e abbiamo fatto il lavoro vero tenendo i suoni che mi piacevano e aggiungendo altri elementi, sempre con strumentazione analogica e campioni di chitarra che avevo registrato. Alcune tracce hanno avuto bisogno di maggiori trattamenti mentre altre, come l’electro-punk di ‘Smash & Destroy’, sono nate in maniera molto spontanea. La differenza è che stavolta sono riuscita a registrare in studio con Maurizio Baggio mentre l’album precedente era nato da una residenza artistica di cinque giorni al Bronson. Alla produzione di alcune tracce ha poi contribuito anche Matteo Vallicelli.
C’è una canzone a cui ti senti maggiormente legata?
Forse sì. É ‘December 25th’. Ho cominciato a suonarla al piano e poi lentamente ho trovato un testo che mi piaceva. La voce è uscita di botto e mi sono trovata a cantare e piangere nello stesso momento. Ciò mi ha reso più leggera.
Il video di ‘Lies’ invece come ti è venuto in mente?
Volevo un naso di Pinocchio, ma con l’elastico mi sembrava una roba brutta. Allora ho costruito un harness vero e proprio. Il pezzo parla di sofferenza ma è anche molto diretto e, se vogliamo sexy. Ho voluto buttarla sullo scherzoso e pubblicare un pezzo più commerciale degli altri ma con un lato oscuro e macabro. Il video è stato girato da Silvia Maggi. Abbiamo fatto un piccolo brainstorming e poi ci siamo trovate a girare con Stefania e Secret Maddalena.
Qual è la bugia più grande che hai detto?
In realtà non ne dico tante. Non mi piace mentire. Ricordo però una volta che in classe feci una sorta di graffito su un muro, dietro al termosifone. Quando venne scoperto negai in maniera clamorosa.
Come sei riuscita a collaborare con tanti artisti?
Camae Ayewa l’ho conosciuta quattro anni fa. Al Bronson suonammo insieme io, lei e Laura Agnusdei. Ci siamo conosciute abbastanza bene perché arrivò la sera prima e andammo a cena. L’ho trovata una persona stupenda, siamo rimaste in contatto e abbiamo suonato un’altra volta insieme. Da lì è partita l’idea di questa collaborazione. Trovo che abbia una voce magnifica e poi è anche una grande poetessa. Per quanto riguarda Skin, sono sempre stata una sua fan. Una collaborazione con lei era un sogno per me. Ho avuto la fortuna di aprire tre concerti degli Skunk Anansie nell’estate del 2022, e un altro l’anno passato a Roma. Sia Moor Mother che Skin hanno scritto una parte del testo e questo è molto importante per me. Poi sul disco ci sono anche Matteo Vallicelli e Giovanni Lami.
E anche Stefania Pedretti.
Non avevamo mai collaborato insieme. È stato davvero emozionante. ‘Deep Dark’ è il pezzo più profondo e oscuro del disco.
Pensi che con questo disco riuscirai a suonare di più all’estero?
Me lo auguro veramente. Ho fatto delle date all’estero, ma sempre isolate. Senza un booking importante non è semplice. Ho notato che su Spotify ci sono state tante visualizzazioni nel Regno Unito, Germania e Belgio quindi spero di girare tanto e non solo in Italia.
(parole di Francesca Morello)