È innegabile che il successo oltreoceano della formazione guidata da Ivan Moody abbia avuto riflessi anche dalle nostre parti così come che l’instabilità del frontman e la scarsa consistenza degli ultimi due lavori in studio abbiano influito poco su tale tendenza. A dispetto della solita produzione copia ed incolla di Kevin Churko, ormai ripetitivo anche con i Disturbed, e di una formula che non ha subito cambiamenti, ‘F8’ segna dei progressi importanti rispetto a ‘And Justice For None’. Si passa da episodi aggressivi e live oriented ad altri che denotano la ricerca di un singolo ad effetto. Le novità sostanziali sono rappresentate dall’ingresso in line-up di Charlie Engen, ottimo batterista che ha regalato energia ai brani trovando un’eccellente sintonia con l’indemoniato Chris Kael, e da un songwriting che, al di là di qualche passaggio più sperimentale, ha compiuto un passo indietro recuperando l’impeto degli esordi. Questo piacerà senza dubbio ai seguaci della prima ora e assicurerà altri “momenti felici” sulle note di ‘Inside Out’ (ripresa in chiusura pure in versione radiofonica), ‘Bottom Of The Top’ e ‘This Is War’. ‘A Little Bit Off’ cita i Sugar Ray – chi non se li ricorda faccia un salto a vedere la copertina di ‘Lemonade & Brownies’ con Nicole Eggert in tutta la sua grazia – mentre ‘Full Circle’ e ‘Making Monsters’ non faticheranno a trovare consensi dal vivo. Pollice verso invece per la stucchevole ‘Brighter Side Of Grey’ e l’inutile cover di ‘Scar Tissue’ dei Red Hot Chili Peppers.