Questo promo è arrivato in redazione con qualche mese di ritardo. Le poste non sono proprio il massimo lo sappiamo ma la cosa curiosa è che è arrivato con una copertina che riprende un modulo di rifiuto di trattamento ospedaliero e sa tanto di master lasciato in studio, di demo da passarsi tra i membri della band per le ultime correzioni ai pezzi. Un po' come le musicassette copiate che ci scambiavamo quando eravamo adolescenti. Il fatto è che ‘Still Alive’ non è un disco come tutti gli altri. È il disco crossover metal più potete che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi anni. L’aggressività è quella dei primi Slipknot e Korn per intenderci ma al suo interno potrete trovare tutta una serie di elementi riconducibili alla seconda metà degli anni ‘90, quando il nu metal viveva il suo periodo migliore e l’hardcore stava lentamente conquistando le orde di metallari. Al cospetto di tracce come ‘Pray For Me’ e ‘Wage War’ non vedo l’ora di potere ammirare questi delinquenti originari della Florida. Proprio di delinquenti si parla perché scorrendo la scaletta la mente torna alle mazzate da capogiro di Primer 55, ai risvolti melodici sorprendenti di Taproot e Deftones, ad un momento della nostra vita in cui tutto era in continuo cambiamento. In tanti hanno tentato di fare il verso alle suddette icone ma quasi tutti hanno fallito perché non avevano la personalità tecnica per compiere un’operazione del genere o semplicemente perché il mercato non era pronto per tale mossa. Adesso i Prison sembrano pronti a tutto. Nel loro songwriting c’è il rancore dei Jesus Piece e la cattiveria dei Code Orange. In ‘Still Alive’ c’è tutto quello di cui avete bisogno per non smettere di sperare.