Dopo quattro anni di silenzio ed un paio di aggiustamenti di line-up, gli svedesi tornano nei negozi con un’opera oscura che coniuga nel migliore dei modi la passione viscerale per il sound metal, venato di influenze death-doom e gotiche, della seconda metà degli anni ‘90 e le tendenze progressive degli ultimi lavori in studio. Un album presentato dal magnifico artwork di Lasse Hoile, fotografo e regista che ricordiamo a servizio di Steven Wilson e Opeth, e capace di omaggiare le fasi più importanti della band ed allo stesso tempo abbattere nuove barriere compositive. Rispetto a ‘The Fall Of Hearts’ si percepisce un’unione maggiore tra i membri, forse dovuta al contributo significativo di Roger Öjersson. Quest’ultimo si è stufato di aspettare che Johan Edlund porti avanti i Tiamat e ha colto la prima opportunità importante che si è palesata; il suo guitar work si somma a quello strepitoso, sia quando si diletta in virtuosismi sia quando mette da parte la tecnica mostrando un feeling fuori dal comune, di Anders Nyström e rappresenta un ulteriore chiave di lettura. La scaletta risulta piuttosto varia e Jonas Renkse sembra trovarsi a proprio agio con i disegni armonici prog di pezzi quali ‘Behind The Blood’ e ‘Flicker’. Lord Seth e Blakkheim – il lezzo di marciume di ‘The Arrow of Satan Is Drawn’ dei Bloodbath si sente ancora nell’aere - hanno prodotto l’album, sotto la supervisione di Karl Daniel Lidén, in maniera che i momenti più cupi e strazianti riconducessero alle proprie radici (‘Rein’ e ‘City Glaciers’) ma lasciando pure spazio a toccanti ballate dark come ‘Vanishers’ (impreziosita dalla presenza di Anni Bernhard che abbiamo imparato a conoscere con il nome d’arte di Full Of Keys). ‘Heart Set To Divide’ è un’apertura solenne, ‘The Winter Of Our Passing’ e ‘Lacquer’ invece i migliori esempi di quanto si sia evoluto il sound di questi pionieri del metal scandinavo. A poche settimane dall’uscita di ‘Obsidian’ dei Paradise Lost, i Katatonia immettono sul mercato un altro capitolo fondamentale di una discografia invidiabile.