Sulla faccia della terra, penso che ci siano pochi musicisti più impegnati di Neal Morse che ha al suo attivo un catalogo di quasi cento dischi. Un vero e proprio stakanovista della materia, visto che oltre alla sua florida attività solista, il genio americano ha in piedi anche progetti collaterali di tutto rispetto come, ad esempio, i Flying Colors. Ad affiancarlo in questo nuovo capitolo della propria discografica c’è un altro lavoratore incallito come Mike Portnoy che in fatto di collaborazioni e band parallele non è davvero secondo a nessuno. In un contesto del genere, ci si rende conto immediatamente che con Neal Morse la musica di qualità è sempre in primo piano e questo “Sola Gratia” non fa eccezione. “Sola Gratia” è un lavoro ispirato alla figura di San Paolo, nel quale Morse, tra una citazione dei Pink Floyd (“Never Change”) ed un’altra degli Emerson Lake & Palmer (“Warmer Than The Sunrise”), fa viaggiare con la mente ed anche con il cuore l’ascoltatore. In questo caso non si tratta di proporre musica fredda, come spesso accade agli artisti che fondono il prog con il metal, ma di un vero e proprio itinerario nei meandri del rock dei grandissimi, riletto con l’orecchio e la sensibilità unica di un talento purissimo come Morse che non ha paura nell’inserire in “Sola Gratia” elementi elettronici (“Seemingly Sincere”) ed altri di matrice corale come “Building A Wall”. Il disco si chiude con “Now I Can See / The Great Commission” che è il classico brano alla Neal Morse: sognante, melodico e suonato in modo ineccepibile in cui ogni tassello compone un puzzle di difficile assemblaggio, ma decisamente intrigante e magnetico.