Corey Taylor ha ormai raggiunto uno status da vera e propria rockstar, dopo anni a macinare kilometri per il mondo e incidere dischi con le sue due creature principali, ovvero Slipknot e Stone Sour. Dopo tour acustici e partecipazioni a vari progetti, è giunto anche per lui il momento di immettere sul mercato il primo lavoro solista che, a conti fatti, è una prosecuzione di quanto fatto con gli Stone Sour. Sicuramente alcune parti violente presenti nel suo side project sono state limate, ma certamente “CMFT” è un album decisamente morbido, considerata la sua estrazione originaria, che ha la peculiarità di essere americano nel senso musicale del termine e molto radiofonico. Ci sono tanti riferimenti a grandi gruppi in questo disco, a partire dai sottovalutati Ratt che vengono citati nell’opener “HWY 666” con quel riff di chitarra che riprende chiaramente quello tirato fuori da Warren De Martini in “Bottom Line”. Uno dei singoli estratti (“Black Eyes Blue”) è il classico pezzo da chart con cori sparati a mille ed aperture melodiche degne di tal nome. Più veloce e probabilmente californiana nella sua forma è la solare “Samantha’s Gone”, mentre “Meine Lux” ha tutto per scatenare un bel pogo sotto il palco, vista la sua forza dirompente che prende a piene mani dai classici del rock n’ roll rivisitati e corretti nel 2020. “Halfway Down” è un brano poco trascendentale, mentre la cupa “Silverfish” ci porta direttamente nel southern rock, come se i Down avessero deciso di fondersi con i Nickelback. L’accoppiata potrebbe suonare molto forzata, anche se poi sono la voce di Taylor e la chitarra di Christian Martucci (Stone Sour) a fare la differenza. “Kansas” è un episodio semiacustico che parrebbe essere uscito dalla produzione di Kid Rock, a differenza di “Culture Head” greve e buia nella sua semplice durezza. Se “Everybody Dies On My Birthday” è un’altra di quelle canzoni molto rapide e dal chorus accattivante, “The Maria Fire” è un blues strampalato che pone in evidenza un’altra sfaccettatura del cantante dello Iowa. Il disco, che si lascia ascoltare senza troppi sussulti né positivi e né negativi, si avvicina al termine con la ballad piano e voce “Home” che manca della bellezza di una “Zzyzx Rd”, continua con l’esperimento claudicante “crossover” di “CMFT Must Be Stopped” che vede la partecipazione di Tech N9ne & Kid Bookie e chiude i battenti con la conclusiva “European Tour Bus Bathroom Song” che ci riporta indietro negli anni quando a fare questi esperimenti bizzarri erano gli scanzonati Sugar Ray di “Floored”. In pratica il primo disco da solista di Corey Taylor, su cui l’artista ha lavorato per tantissimo tempo, è un esperimento dove c’è tanta carne a fuoco che può sicuramente saziare, ma che allo stesso tempo potrebbe portare al rifiuto della stessa se mangiata in quantità industriale.