Il nome che rappresenta la garanzia dietro a questo progetto è quello di Martin Buchwalter, produttore che ricordiamo con Destruction e Tankard, ed un altro punto di forza a livello promozionale è la presenza nella band di Yorck Segatz dei Sodom. Il successo di un progetto non si decreta però sulla carta e perciò dobbiamo considerare 'Born In A Coffin' come il debutto di una delle tante band underground tedesche. Di sicuro si presenta bene, grazie alla efficace copertina di Besil Wrathbone che gioca con gli zombie così come con i disegni che trovavamo sui flyer dei concerti o sui demo degli anni '80. La proposta è un heavy metal piuttosto grezzo con qualche soluzione melodica estemporanea che sa tanto di tasso alcolico elevato. 'Castle Of Fear' – promossa con il video animato di Moritz Hellfritzsch e caratterizzata da versi profondi come “Welcome to your room, you will meet your doom!” - e 'King Of The Dead' sono i pezzi migliori di una scaletta fortemente retrograda, che si avvale del contributo di Chris Boltendahl (Grave Digger) e Michael Koch (Altaltean Kodex) ma viene penalizzata da un cantato assai mediocre.