1. The Enemy 2. I'm The One 3. Start A War 4. Pieces 5. Dirthouse 6. Skinnyman 7. Just In Case 8. Set It Off 9. I Want To Fucking Break It 10. Night Terrors 11. Otsego Amigo 12. My Damnation 13. Brainfog
Songs
1. The Enemy 2. I'm The One 3. Start A War 4. Pieces 5. Dirthouse 6. Skinnyman 7. Just In Case 8. Set It Off 9. I Want To Fucking Break It 10. Night Terrors 11. Otsego Amigo 12. My Damnation 13. Brainfog
Il successo di ‘Shadow Zone’ ha chiaramente aperto nuove strade per Wayne Static e soci che una volta licenziato Tripp Eisen in conseguenza ai suoi problemi con la legge pubblicano un altro album che potremmo definire diviso in due parti simmetriche anche se non necessariamente complementari. Le prime quattro-cinque song sono orientate pesantemente sulle sonorità e le scelte compositive della precedente release mentre in seguito l’anima sperimentale che emergeva anche nel debutto ‘Wisconsin Death Trip’ permette quasi di chiudere il cerchio con quanto espresso dalla fine dello scorso millennio a oggi. ‘I’m The One’ e ‘Dirthouse’ sono altri due hit da paura immersi nel solito calderone dove la band di Chicago è capace di mixare sapientemente venature industriali, passaggi nu metal e stacchi melodici di sicuro effetto. ‘Skinnyman’ è un vero e proprio tributo ai Ministry e può essere probabilmente letta come chiave di lettura di un disco che da quel momento si rende protagonista di evoluzioni sperimentali più o meno riuscite (‘My Damnation’ con i suoi rimandi postgrunge e la conclusiva ‘Brainfog’). Un’altra guerra è cominciata ?