Il quarto lavoro sulla lunga distanza dei Madder Mortem è senza dubbio una delle sorprese dell’anno per quanto mi riguarda. I norvegesi hanno superato i problemi di line up che avevano rischiato di mettere fine al loro percorso evolutivo ed una volta assestatisi, casa Peaceville, hanno dato alle stampe quello che può essere facilmente definito come il loro album più completo, vario e avvincente. Immaginate i primi 3rd And The Mortal completamente stravolti con bordate nu metal e chitarre ribassate stile Korn, influenze gotiche e progressioni melodiche che fanno riferimento alla scuola nordica ma capaci di guardare anche oltre oceano. ‘Desiderata’ si pone immediatamente aggressivo e potente con le iniziali ‘My Name Is Silence’ e ‘Evasions’ che mettono in evidenza come la stupenda voce di Agnete Kirkevaag abbia aggiunto alle proprie corde notevoli potenzialità alternative. L’attacco frontale di ‘Plague Of This Land’ e ‘M For Malice’ viene quindi ad alternarsi con momenti di delicata passione che rispondono al nome di ‘Dyspotia’ e ‘Cold Stone’ regalando all’ascoltatore una piacevole sensazione di imprevedibilità. Addirittura ‘Hyponos’, la title track e la conclusiva ‘Hangman’ possiedono influenze psichedeliche e jazz capaci di ammorbare gli ultimi rintocchi del disco con un fascino irresistibile al quale difficilmente saprete resistere se non premendo nuovamente il tasto play del vostro lettore. In definitiva un grandissimo ritorno per un gruppo che potrebbe presto passare dalle scontate attestazioni di originalità a qualcosa di molto più grande.