Sono sincero. Non sentivo alcun bisogno di ascoltare un album con tre cantanti, tra cui uno pessimo come Kai Hansen, o comunque una trasposizione del tour della reunion in studio. Ho avuto modo di scorrere le tracce del successore di ‘My God-Given Right’ in occasione della bellissima intervista con Andi Deris che leggerete a breve e sono rimasto impressionato non tanto dalla produzione, sicuramente impeccabile e non troppo compressa come va di moda oggi, quanto dalla fluidità e dall’efficacia del songwriting. Ridendo tra me e me, ho pensato che Michael Weikath si fosse tenuto numerose idee nel cassetto in modo da poterle tirare fuori al momento giusto ma sono sicuro che non sarà stato così. Sarà avvenuto il miracolo e di colpo i dissidi tra Michael Kiske ed il chitarrista, durati per decenni e amplificati da una stampa specializzata non sempre corretta, saranno spariti e Andi Deris avrà accettato di buon grado di dover condividere il microfono con l’ex cantante e l’altro leader della prima era. D’altra parte di colpi di magia il music business è pieno e scommetto che tutti voi almeno una volta abbiate canticchiato “Happy happy Helloween..”. Battute a parte, ci sono pochi dubbi sul fatto che ‘Helloween’ sia una delle release dell’anno e che solo il tempo ci dirà se i tedeschi hanno davvero dato alle stampe un nuovo classico della loro invidiabile discografia oppure se siamo al cospetto della ripetizione di un’operazione commerciale non del tutto convincente sulla falsa riga del terzo volume di ‘Keeper Of The Seven Keys’. L’impatto è eccellente perché le iniziali ‘Out For The Glory’ e ‘Fear Of The Fallen’ celebrano sia il primo periodo – quello dei due ‘Keeper Of The Seven Keys’ per intenderci – sia il secondo – quello di ‘Time Of The Oath’ e ‘Master Of The Rings’ quando Deris ha preso il posto di Kiske – e così facendo settano il mood dell’intero ascolto. ‘Best Time’ è stata composta da Sascha Gerstner e dallo stesso frontman eppure mette in evidenza soprattutto il drummin’ di Dani Loeble. Segue una bomba assoluta come ‘Mass Pollution’ che dal vivo non sfigurerà al fianco delle hit immortali che tutti conosciamo così come ‘Indestructible’ e ‘Skyfall’. Quest’ultima è in grado di riportarci indietro nel tempo a quando ‘Eagle Fly Free’, ‘Rise And Fall’ o ‘March Of Time’ venivano pompate dal nostro stereo e la voce di Kiske spaccava i vetri. Le registrazioni si sono svolte al Mi Sueño Studio di Tenerife, sotto la supervisione di Charlie Bauerfeind e Dennis Ward ma soprattutto secondo le regole dell’analogico e della vecchia scuola. Il mixaggio invece è stato eseguito da Ronald Prent ai Valhalla Studios di New York ed il risultato è impeccabile. A questo punto potremmo aprire numerosi dibattiti sull’utilità del power metal mentre si pianificano le missioni spaziali o sull’opportunità di dare ancora spazio ad un genere che vede pochissimo impulso da parte delle nuove generazioni, ma ciò non toglie che ‘Helloween’ sia un album capace di crescere alla distanza e segnare l’inizio di una nuova era. Una cosa è certa ovvero che gli Helloween si divertiranno a suonare questa manciata di canzoni dal vivo. Se la tregua durerà naturalmente.