Avrei preferito parlare degli Old Dead Tree in un"altra situazione, magari all"uscita di " The Nameless Disease" o del suo naturale proseguimento " The Perpetual Motion", invece mi trovo qui a descrivervi la loro ultima fatica "The Water Fields". Il mio rammarico nasce da due particolari situazioni, prima di tutto l"assoluto anonimato che circonda ancora oggi questi ragazzotti. I lavori già citati rasentano quasi la perfezione tale da farli considerare (da parte del sottoscritto) una grande band che prosegue il discorso dei maestri (Paradise Lost, My Dying bride, Anathema, Katatonia ecc) in chiave moderna e personale. La seconda situazione che mando giù a malincuore è l"assoluta mancanza d"ispirazione di questo nuovo album, sin troppo prevedibile e scontato in ogni suo punto. La miscela è sempre la stessa, la produzione anche e la delusione tantissima. Pensare che il disco si apre alla grande con "Start The Fire" dal vago retrogusto Septic Flesh (immensi), poi mano a mano che le canzoni scorrono s"inizia a percepire un pò tutto troppo facilmente e si respira un senso di deja-vù in qualsiasi pezzo. Viene purtroppo a mancare la qualità delle clean vocals, da sempre grandissimo punto di forza di Manuel Munoz, autore di una performance tecnicamente perfetta che però pecca di espressività. "The Water Fields" ci presenta quindi un gruppo insicuro sul da farsi, portando la paura di sbagliare ad una immobilità compositiva difficile da digerire. Peccato davvero..