Se sono nati gruppi come The Old Dead Tree e Olen'k evidentemente è il segno che la scena gotica francese esige il suo spazio e una considerazione diversa rispetto al passato. 'The Perpetual Motion' riprende le fila del debutto mostrando una notevole maturità compositiva raggiunta grazie a un processo di progressivo distacco da quelle che erano le influenze predominanti di 'The Nameless Disease' (dedicato all'ex batterista morto suicida sei anni fa) ancora acerbo in alcuni arrangiamenti e troppo derivativo. Una rilettura più varia e attenta di quell'esperienza sonora che si avvale della produzione pulita di Andy Classen (Rotting Christ, Dew Scented) e un cantato sempre più versatile (‘By The Way’) sono i pregi di un disco dove parti pulite, delicate e suadenti si alternano con momenti brutali e incendiari nei quali l’anima e la voce di Manuel Munoz sembrano sul punto di essere offerte al male in scambio dell’eternità. La splendida opener ‘Out Of Breath’ ci introduce nei meandri di un disco epico e perfettamente calibrato che non ha perso la maestosità dell’esordio pur rendendo la struttura delle canzoni molto più dinamica e varia. ‘So Be It’ e ‘Even If’ altri due pezzi che rivelano una classe notevole e idee che potrebbero condurre molto presto a svolte radicali. Una realtà alla quale non è più possibile rimanere indifferenti. Gothic parisienne..