Al pari di ‘Eternal Blue’ degli Spiritbox, attendevo con ansia il quarto lavoro in studio dei londinesi che rappresentano la nuova guardia metal anglosassone assieme a Venom Prison, Vexed e Pupil Slicer. In tutta sincerità avevo pochi dubbi su come avrebbe suonato il successore di ‘Eternal Forward Motion’ e non mi sono sbagliato. Siamo infatti di fronte ad un coacervo volgare e violento di tutto quello che metal e hardcore riescono a creare insieme ma soprattutto ad una rappresentazione cinica e solenne di cosa significa radere al suolo un locale in tour. Due anni circa di sospensione dell’attività dal vivo hanno ampliato ulteriormente il rancore di Justine Jones che, come il peggiore dei maschi, non nutre alcuna pietà per il prossimo. Sentirla in un pezzo del calibro di ‘World Ender’, con quelle chitarre gigantesche sotto, è da sturbo e Lewis Johns ha saputo regalare ancora una volta un suono stellare alla band. Rispetto al precedente ‘Eternal Forward Motion’ i numeri colpiscono per varietà. In scaletta si passa infatti da retaggi di Lamb Of God - la provocatoria ‘We Don’t Need You’ - e The Acacia Strain a passaggi in cui l’approccio appare decisamente più moderno e sensibile alle nuove tendenze discografiche. I valori però non si toccano e così la ferocia degli Employed To Serve, alimentata dalle liriche pregne di odio e maledizione della cantante, non appare mai plastificata anche quando vengono citate realtà più moderne come Knocked Loose, Darko o Chelsea Grin. ‘Exist’, ‘Sun Up To Sun Down’ e l’accoppiata finale formata dalla title track e dall’epica ‘Stand Alone’ vengono prese a pretesto da Sammu Urwin, responsabile anche delle clean vocals, e David Porter per sciorinare il proprio talento alle sei e sette corde. Casey McHale è un tormento dietro le pelli e la sezione ritmica è formata da un bassista come Nathan Pryor, che ama gli assoli e mi ricorda sempre di più Ryan Martinie. Posso dirvi che avrei pagato oro per assistere alle sessioni di registrazione, svoltesi al The Ranch di Southampton dove sono passati pure Rolo Tomassi e Palm Reader, e adesso non vedo l’ora di poter rivederli dalle nostre parti. Tanto comunque, né io e neppure voi, avete alternative se non inchinarvi al loro cospetto e subire in tutto e per tutto il loro processo di conquista globale.