La crescita della polistrumentista statunitense, che ormai da anni ha base in Norvegia, è stata lenta e inesorabile e dopo ‘Wistful’ la sua voce è arrivata lontana, al di là delle strette cerchia del post-metal o in generale del metal underground. In fase di intervista la Shepard ha sottolineato più volte come il suo obiettivo sia quello di convogliare le proprie emozioni in musica. Ecco spiegato il motivo di atmosfere malinconiche e oscure, riflesso di un processo catartico malinconico e dilaniante, che ha spinto l’artista a mettersi totalmente a nudo e non solo nelle foto promozionali di Andy Julia. Per ammaliare i fan di Chelsea Wolfe e Emma Ruth Rundle, ha reso la produzione il più possibile organica e le linee melodiche accessibili anche a chi non possiede un rapporto ossessivo-morboso con la musica scandinava. Le radici con il folklore norvegese emergono soprattutto in ‘Fortapt’, sui dieci minuti di durata come ‘Mono No Aware’, mentre la maestosità di ‘Nowhere, Still Nowhere’ è costruita su retaggi shoegaze, Da brividi anche ‘Everything Must Come To An End’, impreziosita dalle collaborazioni con il violinista Lambert Segura ed il violoncellista Patrick Urban, e ‘Dissolution’, in realtà una bonus track.