Il rapper e visual artist originario di Miami ha soli 27 anni eppure questo è il suo quinto full lenght e ha impiegato dieci anni e numerosi mixtape, per arrivare al culmine del suo processo creativo. Non che gli album precedenti non fossero di classe, al contrario ‘Ta13oo’ è già oggetto di culto, ma possiamo senza dubbio affermare che ‘Melt My Eyez See Your Future’ è il suo lavoro più completo. Il flow è cresciuto col passare del tempo, così come i testi e le sperimentazioni in ambito industrial e trap, e l’attitudine punk non è stata scalfita dal successo. L’immaginario horror disturbante di ‘Ta13oo’ è stato leggermente mitigato e la produzione si è evoluta a partire da ‘Zuu’ e dal mixtape ‘Curry Wuz Here’ giungendo a delle vette clamorose. Quest’anno dubito infatti che sentirete qualcosa del genere e il folto groviglio di ospiti, tra gli altri T-Pain, 6lack, Slowthai, 454, Thundercat e Robert Glasper, contribuisce a rendere ancora più accattivante l’ascolto invece di risultare la classica parata di star atta solo a dimostrare lo status sociale del rapper in questione o comunque il budget messo a disposizione dall’etichetta. L’ex Raider Klan parte fortissimo con ‘Walkin’ e regala due mine assolute con ‘John Wayne’, in cui troviamo Buzzy Lee, e ‘Mental’, impreziosita dalla presenza di Saul Williams e Bridget Perez. Le citazioni sono importanti, da JPEGmafia a Travis Scott, da Kendrick Lemar ai Clipping., ma Denzel Curry è ormai talmente bravo nel passare, trasversale come una coltellata che arriva alla gola da dietro, dal jazz alla slam poetry, dall’hip hop anni novanta alla trap, dal r&b da classifica al crossover puro, che scomodare altri colleghi non avrebbe alcun senso. Godetevi invece un disco colorato, ricco di commistioni e sapori diversi, abile nell’elevarti al cielo ma anche a schiantarti a terra in un istante.