Il nuovo album dei romani inizia con una dichiarazione d’intenti, una intro parlata che riporta subito alla mente i Disciplinatha e non a caso il fenomenale mixaggio è opera di Cristiano Santini. Pochi secondi e partono un beat quasi ebm e una melodia lasciva ed il gioco è fatto. É molto facile rimanere catturati da questa musica, sebbene sia tutto meno che commerciale, e una volta intrappolati sarà praticamente impossibile fuggirne. ‘Canzoni d’Amore e Morte e Altri Eventi Accidentali’ segue di un anno e mezzo circa l’EP ‘Oltre’, edito in contemporanea con la ristampa di ‘Canzoni Per Tramonti e Albe - Al Crepuscolo Dell'Occidente’ e capace di accendere i riflettori sul gruppo, mostrando una maturità compositiva fuori dall’ordinario, tra retaggi darkwave e visioni cinematiche. Siamo al cospetto di una formazione talentuosa ed elitaria, che deve puntare con tutte le sue forze sul mercato estero. Per quanto si possa avere a cuore la scena italiana dubito fortemente che un album del genere possa essere compreso appieno, in tutta la sua tenacia espressiva ed una ricerca sonora sfacciata, anche se ospiti come Dan “Chewy” Mongrain dei Voivod, autore di un magnifico assolo in ‘L’Ultimo Sipario’, l’ex Christian Death Kota (‘Mishima’), e Andrea Chimenti, suo il disco italiano più avvincente degli ultimi mesi a nome ‘Il Deserto, La Notte, Il Mare’, potrebbero fornire una spinta promozionale importante anche dalle nostre parti. La reprise di ‘Fall Apart’ dei Death In June, quarta tracca del viscerale ‘The Wall Of Sacrifice’, tradisce l’amore per il neo folk mentre ‘Prima Del Diluvio’ e ‘L’Eterno Era Notte’ sono il simbolo di un approccio poetico e ritualistico che dal vivo avrà un copioso climax. Le voci di Alessandro Bellotta e Alessandra “Trinity” Bersiani si intrecciano e non solo un verso parla di ovvietà, in un’industria musicale in cui tutto è sempre più banale e imposto, per un ritorno discografico, in attesa del capitolo conclusivo della Trilogia delle Canzoni, che appare tutt’altro che frammentato, come suggerirebbe la copertina di Alessandra Meneghello, e risulta invece di una concretezza disarmante.