Vi abbiamo parlato degli irlandesi quando ancora ‘Dogrel’ non era giunto nei negozi e vedere, sia loro che gli Idles, sulle copertine delle riviste specializzate di settore non può che farci piacere. Per rendersi conto della loro somma bravura era bastato assistere alla loro folgorante esibizione al Kex Hostel di Reykjavík, nel corso di un’edizione memorabile di Iceland Airwaves, e prima il debutto e poi ‘A Hero’s Death’ non avevano fatto altro che confermarci tanto talento. Il rischio era che la loro scrittura si commercializzasse o comunque che tanto clamore mediatico potesse influire su un approccio compositivo fortemente legato alla tradizione del post-punk così come a quella della cultura del proprio Paese. Nella storia celtica ‘Skinty Fia’ significa “la dannazione del cervo” e l’immagine in copertina, molto lynchiana, assicura almeno una parvenza di ottimismo, in un periodo storico estremamente convulso e deprimente. In un progressivo ciclo di crescita e decadenza, la voce di Grian Chatten, sfrontata e maledetta, accompagna l’ascoltatore in un viaggio meno psichedelico rispetto a quello offerto dal lavoro in studio precedente e comunque lontano da Dublino. Se infatti il primo album aveva visto il gruppo immergersi nel romanzo di James Joyce, esibendo in seguito un romanticismo decadente ed efferato (ancora presente in ‘I Love You’), in questo caso la sensazione è che i Fontaines D.C. abbiano tentato di evolversi abbracciando in un solo colpo almeno trent’anni di brit rock. È facile infatti immaginare scenari cari a Joy Division, Stone Roses e Editors mentre si scorrono le dieci tracce in questione. A tratti la materia strumentale viene arricchita da retaggi industriali ed in altri frangenti il messaggio politico sporca melodie che potrebbero apparire quasi radiofoniche. Carlos O’Connell è semplicemente il migliore chitarrista del momento e la sua foga tecnica trascinerebbe anche un muro di cemento armato. L’impatto di ‘Boys In The Better Land’ e ‘Nabokov’ è deflagrante e, visto che l’arte è l’unica cosa che resiste al tempo, ‘Skinty Fia’ si rivela una delle rare opere d’arte che nessuno al mondo potrà impedirci di possedere.