I tre anni trascorsi dall’uscita di ‘One Man Gang’ sono stati un’enormità per un personaggio iperattivo come l’ex frontman degli Hanoi Rocks, che si è voluto distinguere dai tanti artisti che in questo periodo difficile hanno sottolineato il lato oscuro della vita, la malinconia e la frustrazione derivate dall’isolamento forzato. La sua risposta è stata infatti in totale controtendenza, sfrontata come lo sono sempre i suoi dischi, punk, adrenalinica e contagiosa. E quanto parlo di punk, parlo di quello vero, non quello che viene appiccicato come un’etichetta a centinaia di dischi alternative rock, se non addirittura pop, maledettamente insulsi che intasano il mercato attuale. Magari non tutto sarà perfetto, un paio di riff li abbiamo sicuramente già sentiti e l’assenza di Dregen, che tanto aveva dato in passato, si avverte soprattutto in termini di dinamiche, ma ciò non toglie che ‘I Live Too Fast To Die Young!’ sia un ascolto obbligato per tutti gli appassionati di rock n’ roll. La voce di Monroe migliora di anno in anno e la sua attitudine vale da sola l’acquisto del disco. Le sessioni si sono svolte, appena possibile, agli Inkfish Studios di Helsinki ed il gruppo ha lavorato con l’ingegnere del suono Erno Laitinen, che ha contribuito a rendere organico e vincente il suono di chitarra e batteria. Questo per quanto riguarda Steve Conte, Rich Jones e Karl Rockfist. Per quanto concerne invece Sami Yaffa poco conta. A lui sarebbe sufficiente un amplificatore scassato per far saltare tutti per aria. Il suo basso è grasso e prepotente ed in canzoni come ‘Murder The Summer Of Love’ e ‘All Fighter’ risulta assolutamente determinante. Sull’assolo di chitarra di Slash nella title track c’è poco da aggiungere. Considerato quanto sono debitori i Guns N’ Roses nei confronti degli Hanoi Rocks, la sua partecipazione – al fianco di Lenni-Kalle Taipale che suona il piano in ‘Antisocialite’ e ‘ Can't Stop Falling Apart’, e Suvi Aalto, Astrid Nicole e Neil Leyton, che hanno registrato varie backing vocals – è un regalo dovuto e ci ricorda anche la presenza di Monroe in ‘Use Your Illusion’. ‘Derelict Palace’ cita i Lords Of New Church, ‘Young Drunks & Old Alcoholics’ è il classico omaggio ai Dead Boys che non manca mai nelle scalette del fondatore di Jerusalem Slim e Demolition 23, mentre ‘Everybody's Nobody’ e ‘Pagan Prayer’ si muovono in bilico tra New York Dolls, Warrant e Swedish Erotica. E di erotico in ‘I Live Too Fast To Die Young!’, al di là dei paragoni piuttosto superflui con altri lavori come ‘Blackout Skates’ o ‘Sensory Overdrive’, c’è davvero tanto. Vi prego ridatemi l’Ankkarock. Voglio tornare in quel backstage mentre Matti s’arrampica sui tralicci del palco e lancia ‘Dead Jail Or Rock n’ Roll’. Il motivo è molto semplice. Ho voglia di essere preso a calci in faccia, di sudare sotto palco e vivere in pieno quello che mi resta.