Quello che sono riusciti a regalarmi gli svedesi con ‘Eyes Of Oblivion’ va oltre la semplice musica. Il sottoscritto non è ancora riuscito a togliere il disco dallo stereo della macchina e ‘So Sorry I Could Die’ resta il pezzo dell’anno, senza sé e senza ma… Per chi non avesse fatto propria l’edizione in doppio cd dell’album, Nuclear Blast immette sul mercato questo EP contenente le quattro cover che sono state registrate nelle prime sessioni portate a termine dopo la tragica scomparsa di Robert Dahlqvist. Le cover sono una meglio dell’altra, ma sarebbe stato strano il contrario visti i musicisti coinvolti, e personalmente non riesco a smettere di cantare a squarciagola una versione di ‘Eleanor Rigby’ dei Beatles che non ammette repliche ma anche ‘Circus’ degli String Driven Thing, gruppo folk rock scozzese di fine anni ‘60 e prima metà anni ‘70, e ‘I Ain’t No Miracle Worker’ dei The Brogues, garage rock e proto-punk band californiana degli anni ‘60 che fondeva chitarre distorte e voci r&b, sono superbe. Quando poi parte ‘I Am The Hunted’ dei GBH è immediato comprendere che tutto ha un senso, che il punk e il rock non hanno confini o età. Non esistono conflitti generazionali quando c’è grande musica e gli Hellacopters sono tornati per radere al suolo tutto il resto. “All the lonely people. Where do they all come from? All the lonely people. Where do they all belong?”