‘An Eternal Time Of Decay’ è un titolo che non promette niente di buono, soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo. Gli svedesi lo hanno scelto per presentare nel modo più cupo possibile il nuovo materiale, a tre anni di distanza da ‘Rise Of The Reaper’, e omaggiare ancora una volta la vecchia scuola death metal. Rispetto al passato le dinamiche sono più curate e l’impressione è che la frustrazione di non potere suonare dal vivo abbia convinto gli Entrails a dare un piglio più live e thrash ai pezzi. Premesso questo siamo al cospetto di undici tracce che citano a ripetizione i classici di Dismember, At The Gates, Grave e Entombed, ma lo fanno con una personalità disarmante e non sbagliando un colpo. Dopo la title track è il turno di ‘Die To Death’ e ‘Fear The End’, due mazzate nei denti che faranno impazzire chi è realmente cresciuto col metal estremo dei primi anni ‘90. ‘The Dead’ e ‘Open Casket Feast’ sono forse gli episodi più vicini al disco precedente mentre ‘Dead By Evil’ e ‘Possessed’ godono più degli altri del mixaggio senza compromessi del chitarrista Jimmy Lundqvist, affiancato da un’altra ascia formidabile come Markus Svensson. Per non farsi mancare nulla, l’etichetta di Ereb Altor, Slaughter The Giant e Inquisitor ha voluto che l’artwork venisse curato da Henrik Ågre e che il guru Dan Swanö (Edge Of Sanity, Bloodbath) si occupasse della masterizzazione.