Quando escono dischi di questo tipo, ti rendi conto intanto che la scena si sta muovendo in avanti, magari lentamente ma procede. Poi che ci sono ancora in circolazione musicisti di talento che cercano di sviluppare un linguaggio artistico personale invece di rincorrere il denaro facile o ritagliarsi un posto nell’industria musicale a tutti i costi. Con il passare degli anni, gli autori di ‘Aetherial’ e ‘Winter’ hanno aggiunto un numero sempre superiore di elementi nel loro calderono di prog, doom e gothic metal, cercando di estendere il raggio di riferimento, ma più che altro di trovare in studio la risposta a ciò che la dimensione live richiedeva con forza. Oltre ad una naturale evoluzione sonora, i texani hanno abbracciato un approccio compositivo più spirituale e sciamanico, riflesso nella copertina di Eliran Kantor, lasciando che i riff doom oppure i colpi di batteria a freddo declamassero un andamento marziale al momento di innalzare i ritmi. Per il resto l’atmosfera risulta decisamente cinematica e di metal c’è abbastanza poco. Alcune similitudini con i The Gathering sono palesi e non è certo un caso che nella biosheet vengano citati Nick Cave e Pink Floyd al pari di Candlemass e Katatonia. Questo perché, fin dal principio, il gruppo ha tentato di spingersi oltre i propri limiti. ‘The Water Rising’ inaugura la scaletta quasi si trattasse di un disco soul o jazz e la voce di Cammie Gilbert, strepitosa nel crescendo di ‘Just A Day’ e nella reprise, un po’ scontata ma efficace, di ‘House Of The Rising Sun’.