Se questo disco lo avessero pubblicato gli In Flames o i Dark Tranquillity i metallari cresciuti negli anni novanta avrebbero gridato al miracolo e rinnegato con veemenza le sperimentazioni sulle quali le suddette formazioni hanno puntato con convinzione negli ultimi anni. Invece a pubblicarlo è un supergruppo e quindi tutte le considerazioni in merito possono essere messe da parte e gli appassionati di swedish death hanno l’opportunità di godere appieno di un ritorno alle origini di spessore. Ad essere sinceri sarebbe bene avere una visione superiore e guardare le cose come stanno piuttosto che lasciarsi confondere dalla commozione – certi passaggi potrebbero benissimo provenire da capolavori come ‘Whoracle’ o ‘The Gallery’ – o dalle migliori parti vocali di Mikael Stanne da tempo immemore. ‘Days Of The Lost’ merita di essere incensato nonostante la sua totale incuranza per tutto ciò che accaduto in ambito metal melodico negli ultimi vent’anni e canzoni come ‘The Needless End’, ‘Gateways’ e ‘Feel What I Believe’ non hanno bisogno di presentazione alcuna. Un altro aspetto importante da sottolineare riguarda Jesper Strömblad, attivo di recente anche con i Cyhra, perché ritrovarlo su disco con un contributo del genere fa bene al cuore. La speranza è che possa seguire il progetto anche in tour, sebbene sia già stato trovato Patrick Jensen (The Haunted) come sostituto, ma già sentirlo a questi livelli in studio è magnifico. A completare la line-up sono Peter Iwers, Daniel Svensson e Niclas Engelin e l’accuratezza nei dettagli che si percepisce scorrendo la scaletta lascia intendere che ‘Days Of The Lost’ potrebbe avere un successore.