Un eccellente esordio su lunga distanza per il gruppo proveniente da Vancouver, che si era già messo in mostra tre anni orsono con l’EP ‘Designing Yesterday’ e poi aveva pubblicato un paio di singoli che avevano marcato a fuoco un’evoluzione importante. Al di là del recente cambio di line-up, ‘As Heaven Knelt Before Hell’ e ‘Self Medication’ sono estremamente rappresentativi di un metalcore di rara efficacia che viene arricchito con influenze sinfoniche e industriali. ‘Crusader’ e ‘Plagues’ sono altri due apici della scaletta, prodotta e mixata da Matt Roach (Atræ Bilis, Fit For An Autopsy) col contributo in fase di registrazione di Jeff Dunne, Jacob Ottewell e Matty Toth. Il disco si presenta molto bene, anche grazie all’artwork di Marcela Bolívar (The Sea Within), e potrebbe ottenere un riscontro importante nonostante l’affollamento di formazioni tutte uguali tra loro che purtroppo non accenna a diminuire. In ogni caso i ragazzi sembrano avere qualcosa in più della media e ci auguriamo quindi di vederli presto dalle nostre parti, magari a supporto di qualche act più famoso, per valutare dal vivo una compattezza che in studio si palesa in maniera evidente.