Dopo i gravi problemi di salute, due anni di sospensione di attività dal vivo e le polemiche scaturite dalla cacciata di David Ellefson dalla band, a seguito della diffusione sul web di un video compromettente, Dave Mustaine sapeva di non potere sbagliare. Un errore adesso avrebbe con tutta probabilità spinto i Megadeth in un buco nero mediatico dal quale sarebbe stato impossibile tornare indietro. Così non è stato, vuoi perché i Megadeth sono ancora una grande band – anche se chiaramente Kiko Loureiro e Dirk Verbeuren non sono Marty Friedman e Nick Menza – e vuoi perché il maggiore tempo a disposizione ha permesso di selezionare con cura il materiale. Il sedicesimo lavoro in studio dei californiani è stato prodotto dallo stesso leader con il contributo di Chris Rakestraw, che aveva già fatto parte del team per il precedente ‘Dystopia’ e che ricordiamo pure a servizio di Huntress e Bring Me The Horizon, e il suono è quello che ci si aspetta da un disco dei Megadeth. Riff letali, assoli intricati, stacchi ritmici perfetti per la dimensione live, voce rauca e testi in grado di infiammare il pubblico fanno del disco un acquisto obbligatorio per tutti i fan. Le parti di basso sono stare registrate da Steve Di Giorgio dei Testament e nella fenomenale ‘Night Stalkers’ appare Ice-T, per l’ennesimo ibrido tra musica bianca e musica nera che tanto andava di moda in passato. Le altre canzoni imperdibili per gli appassionati di thrash sono ‘Killing Time’, ‘Soldier On!’ - capace di riportare alla memoria l’impeto grandioso di ‘ Countdown to Extinction’ - e ‘We’ll Be Back’, ma i più attenti scoveranno in scaletta anche le sperimentazioni di ‘Mission To Mars’ o le riflessioni interessanti di ‘Dogs Of Chernobyl’ e ‘Police Truck’, micidiale cover dei Dead Kennedys inserita come bonus track.