Una delle difficoltà più grandi di questa estate è stata tenere nascosto il nuovo album dei veneti, che anche dal vivo a Pistoia Blues – di spalla a Bluagata e Manuel Agnelli – hanno dimostrato tutto il loro valore. Anche in passato gli Zagreb avevano fatto vedere di avere la stoffa per competere a livelli elevati (‘Palude’, ‘Tu Sarai Complice’), ma con queste dieci tracce il salto di personalità è evidente. La scaletta è suddivisa tra brani dalla spiccata attitudine live, abrasivi e pungenti (‘Libellula’, ‘La Mira’), ballate in grado di trasmettere emozioni pure (‘Miss Maschera’, ‘Tu Hai Me’), retaggi di Verdena e Teatro Degli Orrori e collaborazioni di spessore (Omar Pedrini dei Timoria appare in ‘Resto Solo Io’). In questo modo le nostre vite paragonate a fulmini velocissimi e devastanti (“è un attimo nascere, è un attimo scomparire in balia delle mille incognite della vita”) si traducono in canzoni che lasciano il segno, trascinano e si appoggiano ad un guitar work superiore alla media ed al basso di Ermanno De Luchi, molto più in evidenza rispetto alle tipiche produzioni italiane di oggi, per raggiungere una connessione immediata con l’ascoltatore. Superba la prova di Alessandro Novello, un frontman che se fosse inglese o americano sarebbe sulle copertine di tutte le riviste, e curiosa la serie di riferimenti femminili (‘La Contessa’, ‘Laila’, ‘La Ragazza Del Lago’), attorno al quale potrebbe essere costruito un concept ancora superiore a quelli che solitamente si pianificano per i video promozionali. Un altro centro per Vrec, nell’occasione in cooperazione con Dischi Soviet, in questo momento una delle poche realtà di casa nostra in grado di farci ascoltare rock viscerale e autentico come quello che andava di moda negli anni novanta.