Credo che il complimento più grande che si possa fare agli svedesi sia quello che ancora oggi, dopo quasi quarant’anni di onorata carriera, i loro dischi sono ancora potenti e coinvolgenti come un tempo. Difficilmente ‘Sweet Evil Sun’, presentato al mondo con l’avvincente artwork a cura di Erik Rovanperä, rimarrà fuori dalle classifiche delle migliori uscite heavy metal dell’anno e questo perché, in maniera molto semplice, si rivela l’ennesima gemma doom, caratterizzata da una produzione micidiale, stacchi di batteria epici, linee melodiche di spessore e guitar work da brividi. Di fronte a tutto ciò, i cambi di line-up e le discussioni su quale sia “il frontman” dei Candlemass non contano più niente e il successore di ‘The Door To Doom’ premia l’impegno e la coerenza di Leif Edling (ex-Avatarium, The Doomsday Kingdom). Al suo fianco si muovono ancora i chitarristi Mappe Björkman e Lars Johansson, autore di un paio di assoli strepitosi, oltre al possente drummer Jan Lindh ed al cantante Johan Längquist. La prova di quest’ultimo non presenta pecche e le sessioni di registrazione, svoltesi al NOX Studio di Stoccolma sotto la supervisione di Marcus Jidell, evidenziano un lato creativo intatto, a dispetto dell’età che avanza. Aspettarsi un nuovo ‘Nightfall’ sarebbe ridicolo, però pezzi come ‘Scandinavian Gods’ o ‘When Death Sighs’, che vede la partecipazione di Jeannie-Ann Smith degli Avatarium, appena tornati nei negozi con ‘Death, Where Is Your Sting’, non possono lasciare indifferenti.