Dopo un album sperimentale e di stampo moderno come ‘Hørizøns’, i tedeschi tornano alle origini e danno alle stampe il loro lavoro in studio più rock e guitar driven. La voce dell’avvenente Jennifer Haben è sempre centrale nel progetto, ma tra assoli di chitarra, percussioni tribali e batteria in costante tiro la sensazione è che la band abbia cercato di scrivere canzoni più trasportabili dal vivo e adatte alle grandi arene. Le strutture sono epiche e ricche di dinamiche, i ritornelli facili da memorizzare ed i titoli capaci di evocare immagini diverse. ‘Is There Anybody Out There?’ apre la scaletta citando gli Evanescence e giocando con passaggi sinfonici cari ai Nightwish e la differenza la fa soprattutto la personalità del cantato. ‘Reincarnation’ e ‘Winter Is Coming’ sono i manifesti migliori del nuovo sound - di sicura presa sul mercato europeo che possiede ancora i valori di un tempo ma anche potenzialmente vincente dall’altra parte dell’oceano dove i singoli ed i video contano più di qualsiasi altro aspetto - mentre ‘Dancing In The Dakr’ e ‘Raise Your Head’, ripresa in versione orchestrale nell’edizione limitata, due carte da giocare a qualunque festival. Un po’ tutti potranno identificarsi nel messaggio trasmesso dai testi, molti dei quali sulla capacità di rialzarsi dopo le sconfitte, combattere i propri demoni e resuscitare, e quindi è facile ipotizzare un altro successo per una formazione che dimostra di sapersi adattare alle varie fasi che ciascuna carriera propone.