In passato avevamo già apprezzato gli austriaci per l’autenticità della loro proposta ed un approccio scanzonato ma allo stesso tempo efficace. Dopo un lavoro di stampo più commerciale e melodico come ‘No One Is Illegal’, comunque portatore di un messaggio profondo che l’iniziale ‘No Borders’ ha ulteriormente amplificato, il gruppo guidato da Georgij Makazaria sforna il suo disco più guitar oriented. I passaggi di polka, musica gitana e divertimento non mancano, ma il chitarrista Engel Mayr è in costante evidenza e le influenze hardcore-punk si sprecano. ‘Russki Style’ è il pezzo più scomodo, visto quello che sta succedendo in Ucraina, mentre ‘Shapka’ e ‘Olga von der Wolga’ sono i momenti più sperimentali. Nel primo caso i Russkaja fanno il verso ai Limp Bizkit di ‘Chocolate Starfish and the Hot Dog Flavored Water’ mentre nel secondo appare Micha Rhein degli In Extremo. Le sorprese non finiscono qui perché il raggae metal di ‘Vozdukh’ vede il contributo di Benji Webbe degli Skindred e verso la fine c’è spazio pure per la rilettura di ‘Last Christmas’ degli Wham. Se amate Gogol Bordello e Viza fatevi mettere in lista al ‘Turbo Polka Party’. Lo spasso è assicurato.