C’è un po’ di Italia in questo nuovo lavoro in studio degli olandesi, che si sono dovuti rivestire di moderno dopo la separazione non troppo amichevole con Charlotte Wessels, autrice nel frattempo di un paio di dischi solisti di tutto rispetto. Al microfono è stata infatti scelta Diana Leah, nativa rumena ma nel nostro Paese da tanti anni, mentre al basso troviamo Ludovico Cioffi, che ricordiamo con i The Modern Age Of Slavery ma pure dal vivo con i Ne Obliviscaris. Se ‘Apocalypse & Chill’ era un album che risentiva sia delle turbolenze all’interno della line-up sia del desiderio della Wessels di sperimentare con l’elettronica e con altri generi, ‘Dark Waters’ è invece un album decisamente rigoroso, che risponde agli standard del symphonic metal. Il leader Martijn Westerholt ha pianificato una scaletta ricca di dinamiche, melodie orchestrali, riff heavy e epici e divagazioni nel pop (‘Hideaway Paradise’) e nel mondo delle colonne sonore avvalendosi tra l’altro di un ospite prestigioso come Marko Hietala, che appare in ‘Invictus’. Nella lista dei crediti appare pure Ruud Jolie dei Within Temptation (‘Mirror Of Night’) e Fabio Ribaldini, vocal coach italo-finlandese, ma è soprattutto Diana a stupire, sospingendo pezzi come ‘The Quest And The Curse’, ‘Tainted Hearts’ e ‘The Cold’ su un livello superiore.