Un giorno di Dicembre metto su il video di ‘Exofilth’ e mio figlio di sei anni, come fa spesso, spunta alle mie spalle e comincia a spaventarsi. A spaventarsi sul serio. E mio figlio guarda The Walking Dead.. La scena però mi ha fatto pensare a quando il metal estremo faceva sul serio paura. Non solo per i video o l’immagine, ma anche semplicemente per gli scream infernali, gli stacchi ritmici solenni o le improvvise dissonanze che frantumavano qualsiasi tipologia di struttura compositiva standard. Ecco per me i Distant sono questo. Una band capace di rompere le regole e di riscrivere le regole del downtempo deathcore, bilanciando a dovere l’eredità lasciata dalle formazioni di maggiore spicco del genere con spunti nuovi e dinamiche da brividi. Al di là del supporto di Century Media e della partecipazione di Will Ramos dei Lorna Shore nella title track, ‘Heritage’ potrebbe sul serio farsi un nome fuori dal Vecchio Continente. Il suono di chitarra è micidiale, in generale la produzione ha compiuto dei progressi importanti rispetto a ‘Tyrannotophia’ e ‘Aeons Of Oblivion’ e l’unica pecca in tal senso è una scarsa organicità nell’uso dell’elettronica. Per il resto pezzi come ‘Born Of Blood’ e ‘Orphan Of Blight’, tra una sfumatura sci-fi e l’altra, sembrano scritti apposta per mietere vittime in sede live e la speranza è che gli olandesi possano imbarcarsi in un tour in grado di dare loro la visibilità che meritano.