Sono trascorsi ben undici anni da quando “Following Sea” venne pubblicato. Un decennio di silenzi e cambiamenti vari, in cui è successo tutto ed il contrario di tutto nel mondo della musica. Nel 2023 i Deus, uno dei gruppi più integerrimi della scena alternative, ritorna sul mercato con un disco quale “How To Replace It” che è un frullatore di generi, nel quale i belgi hanno provato a rimescolare le carte in modo interessante, sfidando se stessi e l’età che inesorabilmente passa. Sembra quasi di rivedere i R.E.M. versione 2.0, in cui la parola primaria rimane la stessa, ovvero SORPRESA. E le sorprese, come è giusto che sia, si hanno dall’iniziale titletrack che ha pesantezza e tribalità al suo interno. Il pop più artistico è sfiorato con classe nella successiva “Must Have Been New”, mentre echi di Gorillaz e Tv On The Radio si odono nella nostalgica “1989” e nella interessantissima “Faux Bamboo”. Tom Barman e Klaas Janzoons, gli unici due musicisti sempre presenti all’interno della travagliata line up dei Deus, amano le sfide e concedono all’elettronica (“Man Of The House) un ruolo preponderante. Il prodotto non ne risente, tanto che con il passare degli ascolti, esso cresce a dismisura, costringendoti a rimettere il cd dall’inizio e a gustarlo con tanta passione. I cambi di registro, poi, non possono non essere notati e apprezzati. “Dream Is A Giver” è una ballad oscura e piena di patos, a differenza di “Never Get You High” che è il giusto mix tra gospel e gli ultimi Blur del periodo in cui Coxon non era più all’interno della formazione di Colchester. Radiofonicamente e commercialmente il platter potrebbe andare anche bene, ma i tempi non sembrano pronti, nonostante ci si trovi in un periodo di sfacciato revival, per lasciare che alcuni brani come “Pirates” possano avere larga diffusione. Nel finale non si avvertono tanti cali di sorta. Tra crepuscolarismi alla Coldplay (“Love Breaks Down”) e retaggi alternative del nuovo secolo (“Why Think It Over Cadillac”), “How To Replace It” termina in modo più che dignitoso la sua corsa, dando la sensazione di appagamento e quiete.