Essendo consapevole della passione per la musica classica di Maurizio Fasolo e avendo partecipato allo spettacolare Die Wut “La Rabbia - The Fury - La Fureur” al Museo del Bargello, evento che vide di Pankow collaborare con la Florence Dance Company, non sono rimasto sorpreso della scelta dei fiorentini di riprendere il Viaggio d’inverno che Franz Schubert compose per pianoforte e voce nel 1827, su testi di Wilhelm Müller. Non parliamo di un ciclo qualunque ma del più celebre ciclo di Lieder del compositore austriaco del periodo romantico. Quello che invece sorprende, ma forse solo chi i Pankow non li conosce bene, è come gli autori di ‘Throw Out Rite’ e ‘Freiheit Fuer Die Sklaven’ abbiano saputo fondere le loro influenze ebm e industrial con le invettive classiche dell’opera originale. Il taglio è rigoroso, solenne, la rivisitazione personale. Un’operazione tanto coraggiosa quanto creativa e innovativa, che segna un ulteriore salto in avanti rispetto a ‘Never Trust A White Man’ e ‘Der Doctor Schnabel von Rom’ ma anche un muro, durissimo e difficile da superare, in attesa del successore di ‘And Shun The Cure They Most Desire’. La sensazione è che mai come adesso i Pankow siano liberi da qualsiasi forma di condizionamento e che se ne freghino in maniera totale di trend e regole del mercato. Così facendo si mantengono un’entità rara, complicata da classificare eppure ballabile, oltranzista e innovativa. Al di là dei singoli episodi, sicuramente colpiscono ‘Gefror'ne Tränen’, ‘Rückblick/Irrlicht’ e ‘Die Krähe’, le quattro facciate del vinile, edizione per ora limitata a 250 copie, sono di una solidità impressionante e danno la misura di quanto sia ancora forte il connubio artistico tra lo stesso FM e Alex Spalck.