Per anni i finlandesi sono stati un carrozzone sgangherato senza alcun senso, vuoto sia dal punto di vista dei contenuti che da quello artistico. Stavolta devo ammettere che mi sono divertito di più (‘Vampyro Fang Club’ e ‘The Bride’). A dispetto di una copertina terribile, il successore di ‘Lordiversity’ (di cui il capitolo migliore era probabilmente ‘The Masterbeast From The Moon’), primo lavoro edito dall’etichetta nata da una costola di Nuclear Blast, presenta più idee vincenti di quante mostrate nell’ultimo decennio e forse più. L’hard & heavy di base è sempre il solito, la formula non è cambiata affatto, ma ‘Screem Writers Guild’ può vantare un fervore cinematico accentuato, ovviamente con riferimenti cospicui ai filmacci horror e splatter degli anni ‘80, e passaggi più sperimentali del consueto che rimandano alle discografie di Snowy Snaw, Trans-Siberian Orchestra e Wednesday 13. Difficilmente la corpulenta figura di Tomi Petteri Putaansuu tornerà ai livelli di popolarità del 2006, quando i Lordi vinsero Eurovision Song Contest con ‘Hard Rock Hallelujah’, ma pezzi come ‘Unliving Picture Show’ e ‘Lycantropical Island’ e ‘In The Castle Of Dracoolove’ – sarà felice il buon Rob Zombie che ha appena ripreso la serie televisiva Munsters – non sfigureranno al fianco dei classici e questa è già una buona notizia.