Sono trascorsi ben ventiquattro anni da quando i Buckcherry si sono affacciati nel mondo del rock e di acqua ne è passata sotto i ponti. Tra cambi di formazione, improvvisi pit stop e innumerevoli dischi, una cosa sola è rimasta immutabile, ovvero la presenza al loro interno del loro leader maximo, al secolo Josh Todd che continua a sfornare musica senza soluzione di continuità. Dunque, come era logico aspettarsi, anche quest’anno ci si è imbattuti in un altro lavoro del gruppo americano (prodotto dal guru Marti Frederiksen) che non cambia di una virgola il giudizio che un po' tutti hanno su di loro. Siamo dinnanzi alla classica band derivativa che prende spunto da Rolling Stones, Aerosmith (“This And That” sembra essere la prosecuzione di “Rag Doll”), Guns e Motorhead, creando una mistura alla dinamite in cui non viene persa di vista l’importanza da dare alla canzone. Quindi, con “Vol. 10”, tutti gli ingredienti sono chiaramente confermati. “Good Time” fa il verso a “Bad Obsession” dei Guns’N’Roses, mentre “Feels Like Love” è la classica ballata radio oriented che tanto sarebbe andata di moda negli anni ottanta. Ci sono, poi, i pezzi che ti fanno battere il piede in maniera frenetica. Appare, davvero, difficile rimanere fermi dinnanzi alla potenza da concerto di “One And Only” e alla rabbia quasi punk di “Keep On Fighting”. Le chitarre, come sempre, macinano riff e soli in quantità industriale, mentre la voce di Todd è al vetriolo, molto Warrior Soul, se ci passate il paragone ardito. Sul finale l’album cresce di qualità come dimostra sia la british “With You” e sia la stradaiola “Let’s Get Wild” che ha un ottimo ritornello, molto facile da ricordare. Il decimo capitolo della loro storia si chiude con un altro lentone quale è “Pain”, anche se non va dimenticata la bonus track rappresentata da un’azzeccata cover del tormentone di Bryan Adams, “Summer Of 69”, che risulta gradevole quanto un bagno al mare in una domenica assolata di fine luglio. Per ricapitolare, non c’è nulla di nuovo che arriva dal mondo di Josh Todd, ma tutto sommato va bene così. Esistono band da cui ti aspetti un certo tipo di proposta e i Buckcherry rientrano in questo particolare novero.