Dopo avere goduto delle recenti escursioni omonime dei rimanenti Spock"s Beard il repertorio artistico di Neal Morse si arricchisce di un nuovo eccellente capitolo. "Sola Scriptura" è un viaggio nell"arcano universo delle influenze più remote del cantante che con quattro suite dallo spessore unico risponde colpo dopo colpo alla sua vecchia band. L"affascinante ambientazione concettuale dell"album recupera la figura di Martin Lutero e delle sue novantacinque tesi contro la comune pratica ecclesiastica apposte sulle porte della Chiesa di Wittenberg e lo fa con dovizia di particolari e donando alla progressione lirica un"analisi psicologica affatto banale. Si parte con "The Door" che si avvale della formidabile prestazione di Paul Gilbert alla sei corde per ventinove minuti di assoluto contemplazione orgasmica di tutto quello che può essere incluso nel limbo immaginario tra hard rock, progressive e aor. La parte centrale del disco è costituita dall"epica "Conflict" e dalla stupenda ballata al piano "Heaven In My Heart" che smorza leggermente i toni ma propone un"interpretazione illuminata da parte di un Morse mai così a suo agio su impalcazioni storiche di questo tipo. I sedici minuti di "The Conclusion" fanno nuovamente luce sulla varietà sonora e sulla completezza del messaggio musicale/verbale trasmesso e lasciano esterrefatti per la potenza sprigionata da un Mike Portnoy ancora capace di sorprenderci come la prima volta. "Sola Scriptura" non è certo un album di facile ascolto ma una volta iniziato il viaggio sarete trasportati lontano dalla voce di Morse e dalla sua peculiare ricerca nel passato.