I modenesi nascono con l'esigenza di raccontare una realtà nuda e cruda e parlano di ‘Equilibrio’ (“Io non digerisco la vita con la chiave, la vita senza un rischio e senza un Dio”) e ‘Immagine’ ovvero di due requisiti fondamentali per potersi destreggiare nel mercato musicale. Lo fanno con leggerezza ma con liriche di spessore (perché è vero.. sono ‘Tempi Così’..), citano vecchie icone del nostro panorama rock come Liftiba (in passato hanno partecipato anche al tributo ‘30 Anni di 17 Re’ con la cover di ‘Apapaia’), Timoria e Ritmo Tribale ma senza esagerare e spesso il flow è quello delle produzioni estere. Non a caso dietro alla consolle si è seduto Pietro Foresti, che ha donato spazio a melodie radiofoniche ed esaltato le parti vocali di Riccardo Corradini, il cui linguaggio è capace di creare una connessione immediata con l’ascoltatore. In questi quattro anni la line-up si è stabilizzata rendendo più quadrati i pezzi e più limpidi gli obiettivi e l’opera di Gianni “Popi” Belleri presenta in maniera efficace un album fresco e dinamico, che segna un passo in avanti rispetto a ‘Chi Sei’, decisamente più derivativo. L’iniziale ‘Muori Di Me’, ‘È Difficile’ e la riuscita cover di ‘5 Gocce’ di Irama, il rapper che “ha smesso di pensare”, sono gli altri pezzi che mi hanno più colpita.