Gli svedesi hanno sfruttato al meglio il periodo post-pandemia, prima prendendo tempo con il mini acustico e poi lavorando duramente per rendere ancora più unico il proprio sound. Se cercate in rete, troverete il nome degli Eleine ancora associato al symphonic metal ma, con tutto il rispetto, trovo che un termine del genere sia stretto ad una formazione in grado di passare dal classic al modern metal con facilità imbarazzante ed una perizia tecnica notevole. Forse il problema maggiore è avere una cantante come Madeleine Liljestam, dal look sempre più gotico e avvenente, che domina la scena e necessariamente distrae, perché dietro a lei troviamo un chitarrista mostruoso come Rikard Ekberg ed una sezione ritmica rinnovata con l’ingresso del bassista Filip Stålberg al fianco del drummer Jesper Sunnhagen. I quattro girano a mille fin dalle iniziali ‘Never Forget’ e ‘Stand By The Flame’ poi arriva il turno di ‘We Are Legion’ e si evince che gli Eleine sono sul serio diventati un gruppo di riferimento della scena scandinavian metal. Le registrazioni si sono svolte al The Panic Room Studio, sotto la supervisione di Thomas “Plec” Johansson (Ereb Altor, Scar Symmetry), ed il mixaggio è decisamente superiore a quello di ‘Dancing In Hell’, con le stratificazioni vocali che non ammorbano mai il tessuto strumentale (‘Promise Of Apocalypse’). Cori e orchestrazioni funzionano in studio ma hanno già da adesso un feeling live pronunciato e pezzi come ‘Blood In Their Eyes’, ‘War Das Alles’ e ‘We Shall Remain’ sono destinati a riscuotere grande successo in tour. Una prova di forza supportata da un’etichetta come Atomic Fire che non sembra avere più nulla da dimostrare.